Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny (Nord America)

La Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny (più brevemente, Ilvermorny) è un istituto situato sul Monte Greylock, nell’attuale Massachusetts, Stati Uniti. Accetta tutti gli studenti provenienti dal Nord America ed è uno dei due istituti magici presenti sul suolo statunitense (l’altro è l’Istituto delle Streghe di Salem).

Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny (Nord America)

Introduzione

In un articolo pubblicato a Gennaio del 2016 su Pottermore (sito ufficiale oggi sostituito da Wizarding World.com), la Rowling ha dichiarato che nel mondo esistono ben 11 Scuole di Magia riconosciute dalla Confederazione Internazionale dei Maghi. Le più conosciute e, presumibilmente, quelle più antiche sono situate in Europa e vantano almeno 700 anni di storia, come ha sottolineato Albus Silente all’apertura del Torneo Tre Maghi (HP CdF).

È bene sapere che solo pochi Stati hanno delle vere e proprie scuole di magia rispetto al numero di maghi e streghe esistente al mondo, in quanto nella comunità magica è diffusa l’usanza di insegnare la magia ai bambini direttamente a casa.
Esistono anche degli istituti più piccoli dei quali non è facile tenere traccia, in quanto spesso non sono autorizzati o registrati al Ministero della Magia del proprio Paese.

La Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny (più brevemente, Ilvermorny) è un istituto situato sul Monte Greylock, nell’attuale Massachusetts, Stati Uniti (l’istituto è nascosto ad occhi non magici da una moltitudine di potenti incantesimi che talvolta prendono la forma di una ghirlanda nebbiosa). Accetta tutti gli studenti provenienti dal Nord America ed è uno dei due istituti magici presenti sul suolo statunitense (l’altro è l’Istituto delle Streghe di Salem).

Newt Scamander, in visita negli USA durante gli anni Venti, ha fatto conoscenza della scuola e di alcuni studenti. Fondata nel XVII secolo, la sua fondazione ha a che fare con la lotta tra Mezzosangue e Purosangue, che già aveva fatto tremare la stabilità di Hogwarts.

Storia

La grande scuola di magia nordamericana fu fondata nel XVII secolo. Sorge sul picco più alto del Monte Greylock, nascosta ad occhi non magici da una moltitudine di potenti incantesimi che talvolta prendono la forma di una ghirlanda nebbiosa.

Le origini irlandesi

Isotta Sayre nacque intorno al 1603 e trascorse la prima parte della sua infanzia nella valle di Coomloughra, nella contea irlandese del Kerry. Era figlia di due famiglie di maghi purosangue.

Suo padre, William Sayre, era un diretto discendente di Morrigan, la famosa Animagus irlandese che era in grado di trasformarsi in un corvo. William soprannominò la figlia “Morrigan” per l’affinità che aveva con la natura, fin da piccola. La prima infanzia della bimba fu idilliaca: i suoi genitori la adoravano e aiutavano silenziosamente i vicini Babbani producendo cure magiche per persone e bestiame.

Tuttavia, quando aveva cinque anni, casa sua venne attaccata ed entrambi i genitori rimasero uccisi. Isotta venne “salvata” da una zia materna che non aveva contatti con la famiglia, Gormlaith Gaunt, che la portò nella vicina valle di Coomcallee, o “Valle della megera”, per crescerla.

Man mano che cresceva, Isotta capì che la sua salvatrice l’aveva in realtà rapita dopo aver assassinato i suoi genitori. Squilibrata e crudele, Gormlaith era una strega purosangue fanatica convinta che la gentilezza della sorella verso i vicini avrebbe un giorno indirizzato Isotta verso un matrimonio misto con un Babbano. Secondo lei, l’unico modo per riportare la bambina sulla “retta via” era rapirla e crescerla con la consapevolezza che, quale discendente di Salazar Serpeverde e Morrigan, lei dovesse frequentare esclusivamente maghi purosangue.

Gormlaith decise di fare da esempio a Isotta costringendola ad assistere mentre malediceva Babbani e animali che si avvicinavano troppo a casa sua. La comunità locale imparò ben presto ad evitare la casetta di Gormlaith, e da allora Isotta vide gli abitanti del villaggio, che un tempo erano stati suoi amici, solo quando i bambini del posto le tiravano le pietre mentre giocava in giardino.

All’arrivo della lettera di Hogwarts, Gormlaith si rifiutò di mandare Isotta a scuola, convinta che la bambina avrebbe imparato di più a casa che non in un istituto pericolosamente egualitario e pieno di Mezzosangue. Gormlaith stessa aveva però frequentato Hogwarts e ne parlava spesso alla ragazzina. Lo faceva soprattutto per denigrare la scuola, lamentandosi del mancato coronamento dei piani di Salazar Serpeverde sulla purezza della stirpe magica. A sua nipote, isolata e maltrattata da una zia che riteneva almeno in parte folle, Hogwarts sembrava un paradiso di cui sognò per gran parte della sua adolescenza.

Per dodici anni Gormlaith usò la Magia Oscura per costringere Isotta ad aiutarla e per isolarla. Infine, la giovane divenne abbastanza abile e coraggiosa da fuggire impadronendosi della bacchetta della zia, dato che non le era mai stato permesso di averne una sua. L’unico altro oggetto che Isotta portò con sé fu la spilla d’oro a forma di nodo gordiano che era appartenuta a sua madre. Dopodiché lasciò l’Irlanda.

Temendo la vendetta di Gormlaith e la sua prodigiosa capacità di stanare le persone, Isotta cominciò col trasferirsi in Inghilterra, ma ben presto Gormlaith la rintracciò. Decisa a nascondersi in modo definitivo dalla madre adottiva, Isotta si tagliò i capelli. Finse di essere un Babbano chiamato Elias Story e salpò verso il Nuovo Mondo a bordo della Mayflower nel 1620.

Isotta arrivò in America con alcuni dei primi coloni Babbani (i Babbani sono detti “No-Mag” nella comunità magica americana, da “Non Magico”). Dopo l’attracco, svanì tra le montagne vicine, e ai suoi compagni di bordo non restò che dedurre che “Elias Story” fosse morto a causa dei rigori dell’inverno, come tanti altri. Isotta abbandonò la nuova colonia non solo per paura che Gormlaith la trovasse perfino nel nuovo continente, ma anche perché il suo viaggio a bordo della Mayflower le aveva fatto capire che una strega avrebbe trovato pochissimi spiriti affini tra i Puritani.

Isotta era sola in un paese straniero e inospitale e, per quanto ne sapeva, era anche l’unica strega nel giro di centinaia se non migliaia di chilometri: l’educazione parziale che le era stata impartita da Gormlaith non comprendeva nozioni sui maghi nativi americani. Tuttavia, dopo diverse settimane di solitudine tra le montagne, incontrò due creature magiche di cui finora aveva ignorato l’esistenza.

Il Nascondombra è uno spettro notturno che vive nei boschi e va a caccia di creature umanoidi. Come indicato dal nome, è in grado di contorcersi e nascondersi dietro qualsiasi tipo di oggetto, celandosi perfettamente da predatori e vittime. I No-Mag sospettano che esista, ma non sono in grado di tener testa ai suoi poteri. Solo maghi e streghe possono sopravvivere ai suoi attacchi.

I Magicospino sono invece esseri bassi, dalla faccia grigia e dalle orecchie grandi, imparentati alla lontana con il goblin europeo ma originari delle Americhe. Sono orgogliosamente indipendenti, scaltri, poco amanti degli umani (magici o meno) e hanno una propria potente forma di magia. Vanno a caccia con letali frecce avvelenate e amano ingannare gli esseri umani.

I due esseri si erano incrociati nella foresta e il Nascondombra, di forza e dimensioni insolite, era riuscito non solo a catturare il Magicospino, che era giovane e inesperto, ma era sul punto di sventrarlo quando Isotta lanciò un incantesimo che lo mise in fuga. Ignara del grandissimo pericolo rappresentato dal Magicospino per gli esseri umani, Isotta lo prese in braccio, lo portò al suo rifugio di fortuna e lo rimise in sesto.

Il Magicospino si dichiarò suo servitore finché non avesse avuto l’occasione di ripagare il debito. Essere debitore di una giovane strega talmente sciocca da vagare per un paese straniero dove i Magicospino e i Nascondombra avrebbero potuto attaccarla in qualsiasi momento era per lui una grande umiliazione, e le giornate di Isotta si colmarono delle lamentele della creatura, che la seguiva controvoglia qua e là.

Nonostante la sua ingratitudine, Isotta lo trovava divertente ed era felice di avere compagnia. Col tempo, l’amicizia che nacque tra di loro divenne tale da essere quasi unica nella storia delle loro specie. Fedele ai tabù della sua gente, il Magicospino si rifiutò di rivelarle il proprio nome, e lei lo ribattezzò William, come suo padre. William cominciò a far familiarizzare Isotta con le creature magiche che conosceva. Andarono insieme a osservare le battute di caccia dell’Hodag testadirana, affrontarono un Drago Alastridente e guardarono dei cuccioli di Wampus appena nati che giocavano all’alba.

Ma per Isotta, l’essere più affascinante era il Serpecorno di fiume con una gemma incastonata nella fronte che viveva in un torrente nei paraggi. Perfino il Magicospino era atterrito dalla belva, ma con suo enorme stupore il Serpecorno sembrò affezionarsi a Isotta. La cosa ancora più allarmante per William fu che la ragazza affermava di capire quello che le diceva il Serpecorno.

Isotta imparò a non parlare al Magicospino dello strano senso di affinità che provava verso il serpente, o del fatto che la creatura sembrava parlarle. Cominciò a visitare il torrente da sola e di nascosto. Il messaggio del serpente non cambiava mai: “Finché farò parte della tua famiglia, essa rimarrà in pericolo”.

Ma Isotta non aveva parenti, a parte Gormlaith in Irlanda. Non riusciva a capire le parole criptiche del Serpecorno, e nemmeno a stabilire se la voce che le parlava fosse reale o no.

Webster e Chadwick Boot

Furono eventi tragici a ricongiungere Isotta coi suoi simili. Mentre cercava cibo nel bosco con William, un rumore tremendo nelle vicinanze spinse il Magicospino a gridarle di rimanere dov’era mentre lui si lanciava tra gli alberi incoccando una freccia avvelenata.

Naturalmente Isotta ignorò l’ordine, e quando poco dopo lo raggiunse, un orrendo spettacolo la attendeva in mezzo a una piccola radura. Lo stesso Nascondombra che aveva cercato di uccidere William aveva avuto più fortuna con una coppia di ingenui umani che ora giacevano morti al suolo. Per di più, due bambini gravemente feriti attendevano inermi il loro turno, mentre il Nascondombra si preparava a sventrare i genitori.

Il Magicospino e Isotta liquidarono il Nascondombra in un baleno, uccidendolo una volta per tutte. Estremamente soddisfatto del risultato, il Magicospino continuò a raccogliere more, ignorando i deboli lamenti dei bambini feriti. Quando Isotta gli ordinò furibonda di aiutarla a portare i due piccoli a casa, William fece una scenata. I bambini erano belli che morti, le disse. Aiutare gli umani andava contro i principi del suo popolo: Isotta faceva purtroppo eccezione perché gli aveva salvato la vita.

Indignata dall’insensibilità del Magicospino, Isotta gli disse che avrebbe accettato il salvataggio di uno dei due bambini come pagamento. I due ragazzini stavano così male che aveva paura di Materializzarsi con loro, quindi insistette per portarli a casa in braccio. Il Magicospino accettò controvoglia di portare il bambino più grande, Chadwick, mentre Isotta trasportava il piccolo Webster al rifugio.

Una volta arrivati, Isotta disse a William con furia che non aveva più bisogno di lui. Il Magicospino le lanciò un’occhiataccia e sparì.

I piccoli Boot e James Steward

Isotta aveva sacrificato il suo unico amico per due bambini che rischiavano di non sopravvivere. Per fortuna ce la fecero, e con enorme stupore e gioia si rese conto che erano in grado di usare la magia.

I loro genitori, dei maghi, li avevano portati in America in cerca di grandi avventure. La storia era finita in tragedia quando la famiglia si era inoltrata nella foresta e aveva incontrato il Nascondombra. Non pratico di queste creature, il signor Boot l’aveva scambiato per un comune Molliccio e aveva cercato di prendersi gioco di lui, col terribile esito a cui avevano assistito Isotta e William.

Le condizioni dei bambini erano così gravi che per un paio di settimane Isotta non osò lasciarli soli. Nella fretta di salvarli, non era riuscita a dare una sepoltura dignitosa ai loro genitori, e quando la salute di Chadwick e Webster migliorò abbastanza da poterli lasciare per qualche ora, Isotta tornò alla foresta per preparare delle tombe che un giorno i bambini avrebbero potuto visitare.

Quando raggiunse la radura, fu sorpresa dalla presenza di un giovane di nome James Steward. Anche lui veniva dall’insediamento di Plymouth. James aveva notato la scomparsa della famigliola con cui aveva fatto amicizia durante il viaggio verso l’America e si era inoltrato nella foresta per cercarla.

Isotta lo vide contrassegnare le tombe che aveva scavato a mano e quindi raccogliere le due bacchette spezzate che aveva trovato vicino ai corpi. James esaminò con la fronte aggrottata la corda di cuore di drago scintillante che emergeva dalla bacchetta del signor Boot, poi la agitò. Come succede invariabilmente quando un No-Mag agita una bacchetta, questa si ribellò. James fu scaraventato all’indietro, finì contro un albero e perse i sensi.

Si risvegliò in una capanna di rami e pelli sotto le cure di Isotta. Nascondergli le sue abilità magiche era impossibile in uno spazio così limitato, soprattutto quando Isotta preparava pozioni per aiutare i piccoli Boot a ristabilirsi o quando usava la bacchetta per cacciare. Isotta aveva intenzione di usare l’incantesimo Oblivion su James una volta che si fosse ripreso dal colpo per rimandarlo alla colonia di Plymouth.

Nel frattempo, era bellissimo poter parlare con un altro adulto, e specialmente con uno che si era già affezionato ai piccoli Boot e che la aiutava a tenere loro compagnia mentre riprendevano le forze. James, che in Inghilterra aveva fatto il muratore, la aiutò perfino a costruire una casa di pietra in cima al Greylock creando un progetto attuabile che lei realizzò nel giro di un pomeriggio. Isotta la battezzò “Ilvermorny”, come la casetta in cui era nata e che Gormlaith aveva distrutto.

Ogni giorno Isotta giurava di cancellare la memoria di James e ogni giorno l’uomo temeva un po’ meno la magia, finché non si resero conto che sarebbe stato più semplice ammettere il loro amore, sposarsi e farla breve.

Quattro case

Isotta e James consideravano i piccoli Boot come dei figli adottivi. Isotta ripeteva loro le storie di Hogwarts che aveva imparato da Gormlaith. I bambini sognavano di frequentare la scuola, e chiedevano spesso a Isotta perché non potevano tornare in Irlanda, dove avrebbero atteso le loro lettere. Isotta non voleva spaventarli con la storia di Gormlaith. Promise loro invece che quando avrebbero compiuto undici anni avrebbe in qualche modo trovato delle bacchette (visto che quelle dei genitori erano irrimediabilmente danneggiate) e che avrebbero fondato una scuola di magia lì a casa loro.

L’idea catturò l’immaginazione di Chadwick e Webster. L’idea che i due bambini avevano della scuola era basata quasi del tutto su Hogwarts, quindi insistevano che avesse quattro case. L’idea di battezzarle coi nomi dei fondatori fu presto abbandonata quando Webster dichiarò che una casa chiamata “Webster Boot” non avrebbe mai vinto niente. Ognuno di loro scelse invece il proprio animale magico preferito. Per Chadwick, un bambino intelligente ma spesso lunatico, il Tuono Alato, che crea tempeste con le ali. Webster, polemico ma intensamente leale, scelse il Wampus, una sorta di pantera magica rapida, forte e quasi impossibile da uccidere. Per Isotta si trattava ovviamente del Serpecorno che continuava ad andare a trovare e a cui si sentiva stranamente affine.

Quando gli chiesero qual era la sua creatura preferita, James non seppe cosa rispondere. L’unico No-Mag della famiglia non era in grado di frequentare gli esseri magici che gli altri avevano cominciato a conoscere così da vicino. Alla fine, scelse il Magicospino, perché le storie di sua moglie sul burbero William lo facevano sempre ridere.

E fu così che vennero fondate le quattro case di Ilvermorny, e nonostante i fondatori non ne fossero consapevoli, la loro personalità trapelò nelle case che avevano battezzato così a cuor leggero.

SERPECORNO (Horned Serpent) Rappresenta la mente di un mago o strega. Favorisce gli studiosi – Fondatore: Isotta Sayre – Membri degni di nota: Seraphina Picquery

WAMPUS (Wampus) Simbolo del corpo, favorisce i guerrieri – Fondatore: Webster Boot – Membri degni di nota: Webster Boot

TUONO ALATO (Thunderbird) Rappresenta l’anima e favorisce gli avventurosi – Fondatore: Chadwick Boot – Membri degni di nota: Chadwick Boot

MAGICOSPINO (Pukwudgie) Rappresenta il cuore di un mago o strega e sostiene i “curatori” – Fondatore: James Steward

SERPECORNO (Horned Serpent) Rappresenta la mente di un mago o strega. Favorisce gli studiosi - Fondatore: Isotta Sayre - Membri degni di nota: Seraphina Picquery WAMPUS (Wampus) Simbolo del corpo, favorisce i guerrieri - Fondatore: Webster Boot - Membri degni di nota: Webster Boot TUONO ALATO (Thunderbird) Rappresenta l'anima e favorisce gli avventurosi - Fondatore: Chadwick Boot - Membri degni di nota: Chadwick Boot MAGICOSPINO (Pukwudgie) Rappresenta il cuore di un mago o strega e sostiene i "curatori" - Fondatore: James Steward

Il sogno

L’undicesimo compleanno di Chadwick si avvicinava in fretta, e Isotta ancora non sapeva come avrebbe fatto a procurarsi la bacchetta che gli aveva promesso. A quanto ne sapeva lei, la bacchetta che aveva rubato a Gormlaith era l’unica in tutta l’America. Non osava sezionarla per scoprire com’era fatta, ed esaminando le bacchette dei genitori dei due bambini scoprì solo che la corda di cuore di drago e il crine di unicorno che contenevano si erano ormai rinsecchiti.

La vigilia del compleanno di Chadwick, Isotta sognò di andare al torrente a trovare il Serpecorno, che usciva dall’acqua e chinava il capo per permetterle di prendere una scheggia del suo corno. Quando si risvegliò nell’oscurità, Isotta si diresse lì.

Il Serpecorno la stava aspettando. Sollevò il capo, proprio come nel sogno, e Isotta prese una scheggia di corno, lo ringraziò e tornò a casa a svegliare James, la cui abilità con pietra e legno aveva già adornato la casa.

Quando Chadwick si svegliò il giorno dopo, trovò una bacchetta finemente intagliata di angelica spinosa che racchiudeva la scheggia di corno. Isotta e James erano riusciti a creare una bacchetta dai poteri eccezionali.

La fondazione della scuola di Ilvermorny

Quando Webster compì undici anni, la reputazione della piccola scuola si era già diffusa. Si erano uniti altri due giovani maghi della tribù dei Wampanoag e anche una madre e due figlie dei Narragansett: erano tutti interessati a imparare l’arte della bacchetta in cambio delle proprie conoscenza magiche. Isotta e James crearono bacchette per tutti. Un certo istinto protettivo suggerì ad Isotta di tenere i nuclei di Serpecorno per i figli adottivi, e insieme a James imparò ad usarne altri, tra cui il pelo di Wampus, la corda di cuore di Alastridente e le corna di Lepronte.

Nel 1634 la scuola era ormai cresciuta fino a superare ogni aspettativa della famiglia di Isotta. La casa si espandeva ogni anno. Erano arrivati altri studenti, e anche se la scuola era ancora piccola c’erano abbastanza ragazzi per realizzare la gare tra case sognate da Webster. Tuttavia, dato che la scuola era ancora conosciuta soltanto dalle tribù native e dai coloni europei, nessun alunno si fermava a dormire. Gli unici a restare lì la notte erano Isotta, James, Chadwick, Webster e le gemelline date alla luce da Isotta: Martha, come la defunta madre di James, e Riona, come quella di Isotta.

La vendetta di Gormlaith

La famiglia felice e indaffarata era ignara del grande pericolo in arrivo da oltremare. Era giunta notizia nelle Isole Britanniche che una nuova scuola di magia era stata fondata nel Massachusetts. Si diceva che la preside avesse ricevuto il nomignolo di Morrigan, come la famosa strega irlandese. Ma solo quando sentì che il nome della scuola era Ilvermorny, Gormlaith si convinse che Isotta era riuscita a raggiungere l’America di nascosto e a sposare non un Nato Babbano, ma addirittura un Babbano vero e proprio, oltre ad aprire una scuola che accettava chiunque avesse un briciolo di magia.

Gormlaith aveva acquistato una bacchetta dall’odiato Ollivander per rimpiazzare il prezioso e antico cimelio di famiglia rubato da Isotta. Decisa a nascondere il suo arrivo alla nipote fino all’ultimo, la imitò inconsapevolmente travestendosi da uomo per attraversare l’oceano a bordo della Bonaventure. Con cattiveria pura, decise di viaggiare sotto il nome di William Sayre, il padre di Isotta da lei assassinato. Gormlaith approdò in Virginia e cominciò a dirigersi di soppiatto verso il Massachusetts e il Monte Greylock, raggiungendo la montagna una notte d’inverno. Aveva deciso di distruggere la seconda Ilvermorny, uccidere la coppia che aveva rovinato la sua ambizione di creare una grande famiglia di purosangue, rapire le nipoti, ultime discendenti della sacra stirpe, e tornare con loro alla Valle della Megera.

Non appena vide il grande edificio di granito stagliarsi nel buio sulla cima del Monte Greylock, Gormlaith lanciò sulla casa una potente maledizione che conteneva i nomi di Isotta e James, facendoli sprofondare in un sonno incantato.

Quindi pronunciò un’unica sibilante parola in Serpentese, la lingua dei serpenti. La bacchetta che per anni aveva servito Isotta con tanta fedeltà tremò per un attimo sul comodino mentre la sua padrona dormiva, poi si disattivò. Durante tutti quegli anni di convivenza, Isotta non aveva mai saputo di possedere la bacchetta di Salazar Serpeverde, uno dei fondatori di Hogwarts, che conteneva il frammento del corno di un serpente magico: in questo caso, un Basilisco. Il suo creatore aveva insegnato alla bacchetta a “dormire” a comando, e questo segreto era stato tramandato per secoli ai discendenti di Serpeverde che ereditavano il cimelio.

Ciò che Gormlaith non sapeva, tuttavia, è che c’erano due abitanti della casa che non aveva incantato, perché non aveva mai sentito parlare di Chadwick, ormai sedicenne, e Webster, quattordicenne. L’altra cosa di cui non poteva essere a conoscenza era il nucleo delle loro bacchette: il corno del serpente di fiume. Quelle bacchette non si addormentarono quando Gormlaith pronunciò la sua parola in Serpentese. Al contrario, i loro nuclei magici vibrarono al suono dell’antica lingua e, percependo che i padroni erano in pericolo, cominciarono a emettere una nota bassa, il segnale di allarme del Serpecorno.

I ragazzi si svegliarono e saltarono in piedi. Chadwick guardò d’istinto fuori dalla finestra. Tra gli alberi, la sagoma di Gormlaith Gaunt avanzava con fare sinistro verso la casa.

Come tutti i bambini, anche Chadwick aveva sentito e capito molte più cose di quanto non immaginassero i suoi genitori adottivi. Forse credevano di avergli nascosto la sanguinaria Gormlaith, ma si sbagliavano. Da piccolissimo, Chadwick aveva sentito Isotta parlare del motivo della sua fuga dall’Irlanda e, all’insaputa dei due adulti, nei suoi sogni compariva spesso la figura di una vecchia strega che strisciava tra gli alberi verso Ilvermorny. Ora il suo incubo si era materializzato.

Dopo aver detto a Webster di svegliare i genitori, Chadwick corse al piano di sotto e fece l’unica cosa che gli pareva sensata: si precipitò fuori casa per impedire a Gormlaith di entrare nel luogo in cui dormiva la sua famiglia.

Gormlaith non si era aspettata di incontrare un mago adolescente, e lo sottovalutò. Chadwick parò la sua maledizione con fare esperto e i due cominciarono a duellare. Entro pochi minuti, nonostante la sua notevole superiorità, Gormlaith fu costretta ad ammettere che il ragazzo era dotato ed era stato istruito bene. Mentre gli lanciava incantesimi alla testa per cercare di assoggettarlo e lo costringeva a indietreggiare verso casa, lo interrogò sulle sue origini, affermando che le sarebbe dispiaciuto uccidere un purosangue di talento.

Nel frattempo, Webster cercava di svegliare i genitori a forza di scossoni, ma l’incantesimo era così potente che nemmeno le urla e le maledizioni di Gormlaith che si schiantavano sulla casa riuscirono a svegliarli. Webster corse al piano terra e si unì al duello che ormai infuriava a due passi dalla porta d’ingresso.

Il secondo avversario complicò di parecchio il lavoro di Gormlaith, e per di più i nuclei gemelli delle bacchette dei ragazzi, usati insieme contro un nemico comune, diventarono dieci volte più efficaci. Ma la magia di Gormlaith era comunque abbastanza potente e oscura da tenere testa alla loro. Il duello raggiunse proporzioni formidabili: Gormlaith continuava a ridere e prometteva di risparmiarli se avessero dimostrato di essere purosangue, mentre Chadwick e Webster erano decisi a impedirle di raggiungere la loro famiglia. I fratelli finirono col dover indietreggiare dentro casa: le pareti si incrinarono e le finestre si spaccarono, ma Isotta e James dormivano ancora, finché le bimbe al piano di sopra non si svegliarono urlando per la paura.

Fu questo a spezzare l’incantesimo che li attanagliava. La furia e la magia non erano riusciti a svegliarli, ma le grida di terrore delle figlie li liberarono dalla maledizione di Gormlaith, che non aveva tenuto conto del potere dell’amore. Isotta urlò a James di correre dalle piccole. Lei si lanciò ad aiutare i figli adottivi con la bacchetta di Serpeverde in mano.

Fu solo quando la alzò per attaccare l’odiata zia che si rese conto che la bacchetta addormentata non era molto più utile di un ramoscello trovato per terra. Gongolante, Gormlaith respinse Isotta, Chadwick e Webster su per le scale, verso la stanza da cui proveniva il pianto delle pronipoti. Infine riuscì a spalancare di schianto la porta della camera, dove James si parava pronto a morire di fronte alle culle delle figlie. Certa che tutto fosse perduto, Isotta chiamò a gran voce il padre assassinato, senza nemmeno rendersene conto.

Ci fu un forte clangore e la luce della luna venne schermata dalla sagoma di William il Magicospino sul davanzale. Prima che Gormlaith potesse rendersi conto dell’accaduto, una freccia avvelenata le trapassò il cuore. La donna lanciò un grido spettrale che fu udito per chilometri. Erano troppi i tipi di Magia Oscura con cui si era trastullata per cercare di diventare invincibile, e quelle maledizioni reagirono con il veleno del Magicospino rendendola solida e friabile come il carbone, per poi mandarla in mille pezzi. La bacchetta di Ollivander cadde a terra ed esplose: di Gormlaith Gaunt non rimase che un mucchietto di polvere fumante, un bastoncino rotto e una corda di cuore di drago bruciacchiata.

William aveva salvato la vita alla famiglia. Ricambiò la loro gratitudine ringhiando che Isotta non si era curata di chiamarlo per un decennio e che era molto offeso che l’avesse fatto solo di fronte a un pericolo mortale. Isotta aveva troppo tatto per spiegargli che aveva chiamato un altro William. James fu felicissimo di incontrare il Magicospino di cui aveva sentito parlare così tanto e, dimentico dell’odio che quelle creature nutrono per la maggior parte degli esseri umani, strinse la mano a William e gli disse che era davvero contento di aver dato il suo nome a una delle case di Ilvermorny.

Si dice che sia stato proprio quel complimento ad addolcire William, che il giorno dopo traslocò lì portando con sé la propria famiglia e, lamentandosi di continuo come al solito, aiutò gli umani a riparare i danni causati da Gormlaith. Annunciò quindi che i maghi erano troppo stupidi per proteggersi da soli, e contrattò un considerevole stipendio in oro per fungere da servizio di sicurezza e manutenzione della scuola.

L’eredità di Serpeverde

La bacchetta di Serpeverde non si risvegliò mai più dopo il comando di Gormlaith. Isotta non parlava il Serpentese, ma non aveva comunque più intenzione di toccare quell’ultima reliquia della sua infanzia infelice. Lei e James la seppellirono fuori dalla proprietà.

Entro un anno, un esemplare sconosciuto di rettilegno era spuntato dove avevano seppellito la bacchetta. Non riuscirono mai a potarlo o ucciderlo, ma dopo diversi anni scoprirono che le sue foglie avevano grandi proprietà medicamentose. L’albero sembrava dimostrare che la bacchetta di Serpeverde, come i suoi discendenti sparpagliati per il mondo, racchiudeva in sé un lato nobile e uno ignobile. La parte migliore di lui, a quanto pare, era emigrata in America.

La crescita della scuola

La reputazione di Ilvermorny crebbe con costanza negli anni successivi. La casa di granito divenne un castello. Dovettero assumere altri insegnanti per venire incontro alle nuove iscrizioni. Ora gli alunni provenivano da tutta l’America del Nord, e la scuola divenne un collegio. All’arrivo del XIX secolo, Ilvermorny aveva ormai raggiunto la fama internazionale di cui gode tutt’ora.

Per molti anni, Isotta e James lavorarono insieme come presidi e furono amati da molte generazioni di studenti e dalle loro famiglie.

Chadwick divenne un mago di successo e un grande viaggiatore, nonché autore de Gli incantesimi di Chadwick, vol. I-VII, libri di testo ancora usati a Ilvermorny. Sposò una guaritrice messicana di nome Josefina Calderon, e la famiglia Calderon-Boot è tuttora una delle famiglie magiche più importanti d’America.

Prima della creazione del MACUSA (Magico Congresso degli Stati Uniti d’America), il Nuovo Mondo era privo di forze dell’ordine magiche. Webster Boot divenne ciò che ora sarebbe definito un Auror autonomo. Mentre estradava un Mago Oscuro particolarmente malvagio a Londra, Webster incontrò una giovane strega scozzese che lavorava al Ministero della Magia e se ne innamorò. Parte della famiglia Boot tornò così al paese d’origine. I discendenti di Webster studiarono a Hogwarts.

Martha, la gemella più grande, era una Maganò. Per quanto la sua famiglia la amasse profondamente, crescere a Ilvermorny fu doloroso per lei che era esclusa dalla magia. Sposò il fratello non magico di un’amica della tribù Pocomtuc e visse il resto della sua vita come No-Mag.

Riona, la figlia minore di James e Isotta, insegnò Difesa contro le Arti Oscure a Ilvermorny per molti anni. Non si sposò mai. Girava voce che, al contrario di sua sorella, Riona fosse in grado di parlare in Serpentese e che avesse quindi deciso di non far proseguire la stirpe di Serpeverde. Il ramo americano della famiglia non sapeva che Gormlaith non era l’ultima dei Gaunt e che il loro lignaggio continuava in Inghilterra.

Isotta e James vissero più di cent’anni. Avevano visto la casetta di Ilvermorny diventare un castello di granito e morirono con la consapevolezza che la loro scuola era ormai così famosa che le famiglie magiche di tutto il Nord America erano ansiose di farvi studiare i propri figli. Avevano assunto dei dipendenti, costruito dormitori, nascosto la scuola allo sguardo dei No-Mag con astuti incantesimi: in pratica, la ragazza che sognava di andare a Hogwarts finì col diventare cofondatrice della sua versione nordamericana.

Ilvermorny oggi

Come ci si può aspettare da una scuola fondata in parte da un No-Mag, Ilvermorny è nota come una delle grandi scuole di magia più democratiche e meno elitarie.

Due statue di marmo di Isotta e James fiancheggiano le porte del castello. L’ingresso dà su una sala circolare coperta da una cupola di vetro. Una balconata di legno circonda la sala all’altezza del primo piano. La stanza sarebbe vuota, se non fosse per quattro enormi intagli di legno che rappresentano le quattro case: il Serpecorno, la pantera Wampus, il grande Tuono Alato e il Magicospino.

Mentre il resto della scuola osserva dalla balconata circolare sovrastante, i nuovi studenti entrano in fila nella sala. Si dispongono lungo le pareti, e uno ad uno vengono invitati a collocarsi sul simbolo del nodo gordiano nel mezzo del pavimento di pietra. La scuola attende in silenzio che i quattro intagli reagiscano. Se il Serpecorno vuole lo studente, il cristallo che ha incastonato sulla fronte si illumina. Se è il Wampus a volerlo, ruggisce. Il Tuono Alato manifesta la sua approvazione battendo le ali, mentre il Magicospino solleva la freccia in aria.

Se più di un intaglio segnala di voler arruolare lo studente nella propria casa, sta all’alunno scegliere. Molto di rado, forse una volta ogni dieci anni, tutte e quattro le case offrono un posto allo studente. Seraphina Picquery, presidentessa del MACUSA dal 1920 al 1928, fu l’unica strega della sua generazione a ricevere questo onore e scelse la casa del Serpecorno.

A volte si dice che le case di Ilvermorny rappresentano le varie parti che compongono un essere umano: la mente è il Serpecorno, il corpo è il Wampus, il cuore è il Magicospino e l’anima è il Tuono Alato. Altri dicono che la casa di Serpecorno preferisce gli studiosi, Wampus i guerrieri, Magicospino i guaritori e Tuono Alato gli avventurieri.

La Cerimonia dello Smistamento non è l’unica grande differenza tra Hogwarts e Ilvermorny (anche se le due scuole, per molti versi, si somigliano). Quando agli studenti è stata assegnata una casa, vengono condotti in una grande sala dove scelgono (o vengono scelti da) una bacchetta. Fino all’abrogazione, nel 1965, della legge Rappaport, che sanciva la stretta osservanza dello Statuto di Segretezza, a nessun bambino era permesso usare una bacchetta prima di arrivare a Ilvermorny. Inoltre, le bacchette andavano lasciate a scuola durante le vacanze e solo al compimento del diciassettesimo anno di età era permesso utilizzarle fuori dalla scuola.

Le divise di Ilvermorny sono blu e rosso mirtillo in onore di Isotta e James: il blu era il colore preferito di Isotta, che da piccola aveva sempre desiderato far parte di Corvonero; il rosso è dedicato all’amore di James per la crostata di mirtilli rossi. Tutti gli abiti degli studenti di Ilvermorny sono fissati da un nodo gordiano d’oro, in ricordo della spilla che Isotta aveva trovato tra le rovine della sua casa natia.

Diversi Magicospino continuano tutt’ora a lavorare per la scuola, lamentandosi sempre e affermando di non avere intenzione di rimanere lì, ma tornando comunque misteriosamente anno dopo anno. Ce n’è uno particolarmente anziano che si fa chiamare William. Ride di chi teorizza che sia lo stesso William che ha salvato la vita a Isotta e a James, facendo giustamente notare che, se fosse ancora vivo, il primo William avrebbe 300 anni. Tuttavia, nessuno ha mai scoperto quanto vivono i Magicospino. William si rifiuta di lasciare che la statua di marmo di Isotta all’ingresso del castello venga lucidata da altri, e ogni anno, all’anniversario della sua morte, posa dei fiori di biancospino sulla sua tomba. Basta che qualcuno sia così indelicato da menzionare questo fatto per metterlo di pessimo umore.

Scelta delle bacchette

Olivander è un po’ fuori mano per gli americani, quindi, dopo aver imparato l’arte delle bacchette in modo amatoriale e innovativo, James e Isotta hanno organizzato la scelta della bacchetta da parte del mago (o sarebbe meglio dire la scelta del mago da parte della bacchetta) in modo diverso. Subito dopo lo smistamento fra le quattro case, i bambini vengono portati in una sala apposita dentro il castello per ottenere la propria bacchetta.

C’è anche da dire che la manifattura e le materie prime delle bacchette americane è ben diversa da quelle europee, sia nelle scelte dei legni che nei nuclei: in America vengono usati ad esempio il pelo di Wampus, la corda di cuore di Alastridente e le corna di Lepronte.

Curiosità

Come ci si può aspettare da una scuola fondata in parte da un No-Mag, Ilvermorny è nota come una delle grandi scuole di magia più democratiche e meno elitarie.
Due statue di marmo di Isotta e James fiancheggiano le porte del castello. L’ingresso dà su una sala circolare coperta da una cupola di vetro. Una balconata di legno circonda la sala all’altezza del primo piano. La stanza sarebbe vuota, se non fosse per quattro enormi intagli di legno che rappresentano le quattro case: il Serpecorno, la pantera Wampus, il grande Tuono Alato e il Magicospino.
Diversi Magicospino continuano tutt’ora a lavorare per la scuola, lamentandosi sempre e affermando di non avere intenzione di rimanere lì, ma tornando comunque misteriosamente anno dopo anno. Ce n’è uno particolarmente anziano che si fa chiamare William.
William si rifiuta di lasciare che la statua di marmo di Isotta all’ingresso del castello venga lucidata da altri, e ogni anno, all’anniversario della sua morte, posa dei fiori di biancospino sulla sua tomba. C’è chi ipotizza che sia proprio il Magicospino che conobbe Isotta.

Gestione cookie