La mitica saga de Il Signore degli Anelli nasconde un significato molto profondo. Ecco qual è l’insegnamento di J.R.R. Tolkien.
L’epica fantasy è un punto di riferimento per molti, sia giovani che adulti, e l’opera più famosa in questo universo è senza dubbio Il Signore degli Anelli, scritto dal grande J.R.R. Tolkien, da cui è stata tratta una ben nota serie di film. Il libro è ambientato in un’epoca immaginaria, alla fine della Terza Era della Terra di Mezzo, ed è stato scritto in un periodo che è compreso tra il 1937 ed il 1949, per poi essere pubblicato in tre volumi tra il 1954 ed il 1955.
Il successo de Il Signore degli Anelli è stato enorme, tanto nella sua versione letteraria quanto in quella cinematografica, venendo tradotto in ben 38 lingue. Nelle prossime righe, vi sveleremo qual è il grande messaggio che quest’opera ci vuole insegnare, una morale che racconta molto di noi stessi e dei tempi che cambiano.
Il Signore degli Anelli, ecco la morale
Tutte le grandi opere portano con loro quella che potremmo definire una morale, un insegnamento, qualcosa che ci possa lasciare dentro un particolare. Ebbene, anche Il Signore degli Anelli ha una morale, che riguarda principalmente il progresso e ciò che esso non deve essere. La modernità è un’epoca in cui vige il dominio della materia, come sottolineato dall’analisi svolta sul sito web “Barbadillo.it“, ed anche la concezione del potere che deriva da essa si è deteriorata, assumendo delle accezioni negative.
In sostanza, ciò significa che il progresso non deve distruggere ciò che è intorno a noi, che ci ha preceduto e che ha reso possibile tutto ciò che è presente nel mondo, perché non si può chiamare progresso ciò che distrugge e che crea ingiustizie e disuguaglianze. Ebbene, ne il Signore degli Anelli, a questo triste scenario pone rimedio il ritorno del re, che riporta la pace nella famosa Terra di Mezzo, dopo il percorso di Aragorn. Da quest’opera, fidatevi, c’è davvero molto da imparare.