Roberto Benigni e Massimo Troisi sono due colossi del cinema italiano, ed oggi vi mostreremo un omaggio che in pochi hanno notato.
Il cinema italiano è ricco di attori noti ed apprezzati non solo nel nostro paese, ma nel mondo intero. Roberto Benigni e Massimo Troisi sono due colossi dello spettacolo, due veri e propri simboli che nel corso della loro carriera hanno fatto sognare milioni di spettatori. Nel 1984, i due furono grandi protagonista della celebre pellicola Non ci resta che piangere, commedia diretta ed interpretata proprio dal due di attori.
Troisi ci ha purtroppo lasciati troppo presto, mentre Benigni, ancora oggi, con la sua preparazione, la sua ironia ed il talento che lo ha sempre contraddistinto, continua a regalarci perle di saggezza. Nelle prossime righe, vi parleremo di un doppio omaggio di cui si rese protagonista in La Vita è Bella, il film con il quale vinse il Premio Oscar nel 1999. Andiamo a scoprire, nel dettaglio, quali furono gli omaggi pensati dall’attore toscano in quello che fu il suo capolavoro.
Benigni, omaggio a Troisi in La Vita è Bella
Il 1997 fu l’anno de La Vita è Bella, diretto ed interpretato da Roberto Benigni, nei panni di Guido Orefice, un giovane ebreo che viveva in Toscana, assieme alla moglie Dora, interpretata da Nicoletta Braschi, ed al figlio Giosué. Essendo ebreo, Guido viene deportato in un campo di sterminio con il figlio e lo zio Eliseo, il quale troverà subito la morte, essendo troppo anziano per lavorare.
La trama di questo capolavoro è ben nota a tutti, ed oggi vogliamo parlarvi di due particolari omaggi voluti da Benigni al grande Massimo Troisi. Nella prima scena che è stata caricata sul canale YouTube “Italian International Film“, vediamo Troisi in Ricomincio da Tre nei panni di Gaetano, che effettua un giro del palazzo per vedere l’amata Marta. Lo stesso farà Benigni con la Braschi in La Vita è Bella.
Ancora più celebre è questa seconda scena, in cui Troisi cerca di imporre il proprio volere al vaso, come farà Benigni nel corso del film con cui vinse l’Oscar. Ad esempio, nel finale de La Vita è Bella, fece allontanare un cane con la forza del pensiero e muovendo le mani dalla cabina in cui si era nascosto il figlio, poco prima della liberazione del campo. Queste scene cult, come ben sappiamo, sono entrate nella storia del cinema.