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Bacchetta (Wand) di Albus Percival Wulfric Brian Silente (Bumbledore)

Silente possedette più di una bacchetta, per l’esattezza due. Inizialmente una bacchetta di nocciolo e successivamente la bacchetta di Sambuco.

Silente possedette più di una bacchetta, per l’esattezza due. Inizialmente una bacchetta di nocciolo e successivamente la bacchetta di Sambuco.

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La prima bacchetta:

La bacchetta di Albus Silente era di lunghezza sconosciuta, legno e materiale di base creata prima del 1927; il legno non viene specificato ma potrebbe essere nocciolo o ebano (in quest’ultimo caso poiché le sue caratteristiche si adattano bene a lui, e perché la sua bacchetta cinematografica sembra essere nera come l’ebano). Era una delle bacchette che usava prima di diventare proprietario della Bacchetta di Sambuco nel 1945.

Nella serie di Harry Potter, in tutti i film, non appare la prima bacchetta di Silente in quanto già possiede la bacchetta di Sambuco. Abbiamo notizie della sua prima bacchetta in Animali fantastici: I crimini di Grindelwald – La sceneggiatura originale, Animali fantastici: I crimini di Grindelwald, e Harry Potter: Magic Awakened.

Silente potrebbe aver acquistato questa bacchetta nel 1892, quando compì undici anni. Se è così, potrebbe essere stata una bacchetta di Gerbold Ollivander (padre di Garrick Olivander). La runa sul manico della bacchetta è una runa Dagaz o una runa verticale e una runa Ehwas invertita combinate. La runa Dagaz significa giorno o luce del giorno, la luce che vince sull’oscurità e la fine dei tempi bui. La runa Ehwas significa cambiamento in meglio e armonia. Un Ehwas al contrario avverte della disarmonia e della necessità di agire per promuovere un cambiamento positivo.

La fascia d’argento appena sotto la torsione nella bacchetta ha una runa Uruz, una runa Jera e due rune Ansuz. Uruz è associato alla forza e alla determinazione. Jera significa cambiamento positivo e raccogliere ciò che semini. Ansuz è associato al dio nordico Odino. Simboleggia la saggezza e la comunicazione. Si pensa che il nome della runa Uruz derivi da Ūruz (“bue selvatico”) o Ūrą (“pioggia”). La parola “uro”, che si pensa derivi dalla prima, è il nome di una specie estinta di bovini selvatici che abitava l’Europa, l’Asia e il Nord Africa, ed è l’antenato del bestiame domestico.

Nella mitologia greca, il toro cretese era il toro donato al re Minosse da Poseidone, la cui moglie Pasifae fu maledetta da Afrodite per innamorarsi e di cui generò il Minotauro. Catturare il Toro fu il settimo compito di Eracle, che lo fece con successo prima di fuggire a Maratona, in Grecia. Più tardi, Teseo decise di catturare lui stesso il Toro e successivamente lo sacrificò ad Atena e/o Apollo, prima di uccidere definitivamente il Minotauro con l’aiuto della figlia di Minosse, Arianna.

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La seconda bacchetta:

La Bacchetta di Sambuco (Elder Wand) era uno dei Doni della Morte. Secondo la leggenda, chiunque fosse riuscito a riunirla con la Pietra della Resurrezione e con il Mantello dell’Invisibilità sarebbe divenuto il Padrone della Morte (termine che può essere facilmente ed erroneamente interpretato come “Supremazia sulla Morte”: in realtà, come la Rowling stessa ha affermato, Padrone della Morte è colui che non lotta per l’immortalità, ma che accetta la mortalità).

È la bacchetta più potente che esista: è perfino capace di riparare le altre bacchette restituendo loro tutte le capacità originarie, cosa che era creduta del tutto impossibile visto che di solito, anche se un bacchetta riesce ad essere riparata, non funziona più come prima. In realtà, il modo in cui è riuscita a trasmettersi nel tempo, ovvero tramite la sconfitta, è la prova che non sia poi così imbattibile.

Come narrato ne La Storia dei Tre Fratelli in Le fiabe di Beda il Bardo, i tre fratelli Peverell (Antioch Peverell, Cadmus Peverell e Ignotus Peverell) stavano viaggiando per il mondo quando un giorno arrivarono a un fiume impetuoso che si sapeva aver preso molte vite che avevano cercato di attraversarlo. I tre fratelli, che erano dei bravissimi maghi, estrassero le loro bacchette e crearono un ponte per poter attraversare il fiume. Poco dopo essere saliti sul ponte incrociarono una figura incappucciata che bloccava il loro sentiero. La losca figura non era altri che la Morte in persona, che era oltraggiata di non aver potuto prendere delle nuove vittime. Ma la Morte era furba e non perse l’occasione di andare da loro per congratularsi di avergliela fatta. Decise di dare a ognuno di loro un regalo. Antioch, essendo il più grande e il più vanaglorioso dei tre fratelli, chiese alla Morte una bacchetta che potesse vincere qualunque duello, una bacchetta meritevole per un uomo che aveva sconfitto la Morte. Così la Morte andò a un albero vicino alla riva del fiume, un Sambuco, spezzò un ramo, e da esso ne creò una bacchetta bellissima, di quindici pollici e con al suo interno il crine di un Thestral. Diede la bacchetta ad Antioch e gli promise che possedeva tutte le qualità che lui aveva chiesto, che era la più potente bacchetta del mondo e che combattendo con quella non avrebbe mai perso. Quindi esaudì anche i desideri degli altri due fratelli (la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell’Invisibilità), si fece da parte e permise ai fratelli di continuare il loro viaggio. E’ probabile che a questo punto i fratelli si separarono per proseguire ognuno verso la propria casa.

Poco dopo aver ricevuto in dono la bacchetta, Antioch duellò con un mago e lo sconfisse, quindi andò a ubriacarsi e a raccontare a tutti degli straordinari poteri che possedeva la sua arma. Fu ucciso nel sonno quella stessa notte, da un mago sconosciuto che si impossessò della sua bacchetta.

Con il passare del tempo la bacchetta passò di mano in mano molte volte, anche in circostanze violente, e prese molti nomi tra cui “la Stecca della Morte” e “la Bacchetta del Destino”. Tra i suoi possessori si ricordano Emeric il Maligno, Egbert l’Egregio, Godelot, Hereward, Barnabas Deverill, Loxias e Arucs o Livius.

In circostanze sconosciute la bacchetta finì nelle mani di Mykew Gregorovich, un noto costruttore di bacchette. Gregorovich studiò per molti anni la bacchetta di Sambuco cercando di crearne un’altra con gli stessi poteri. Gli fu però rubata da un mago oscuro di nome Gellert Grindelwald, che la usò per creare caos in giro per l’Europa, fino a quando non fu sconfitto in un epico duello da Albus Silente nel 1945. Il possesso della bacchetta passò quindi nelle sue mani.

Molti anni dopo Severus Piton uccise Albus Silente, come gli era stato chiesto da Silente stesso per evitargli una lunga agonia dal momento che era stato fatalmente maledetto da una maledizione dell’anello di Orvoloson Gaunt. Pianificando la sua stessa morte, inoltre, Silente pensava che così facendo i poteri della bacchetta si sarebbero annullati in quanto Silente sarebbe morto senza mai essere sconfitto.

Pochi mesi dopo, Lord Voldemort, desideroso di impossessarsi di una bacchetta molto potente per i scuoi scopi malvagi, venne a sapere da Garrick Ollivander della bacchetta di Sambuco. Voldemort cercò informazioni sulla bacchetta per molti mesi riuscendo a rintracciare Gregorocich e Grindelwald. Fu dopo aver parlato con quest’ultimo che Voldemort riuscì a capire che l’ultimo possessore della bacchetta era stato Albus Silente. Voldemort profanò la tomba di Silente e si impossessò della bacchetta di Sambuco.

La bacchetta, tuttavia, fece sempre più resistenza a Voldemort in quanto lui non era il vero proprietario. Voldemort pensò che fosse Piton il legittimo proprietario della bacchetta in quanto era stato lui a uccidere Silente e pertanto lo fece uccidere dal suo serpente Nagini, credendo così di impossessarsi della bacchetta.

Harry Potter invece, il quale aveva assistito agli ultimi attimi di vita di Silente, dedusse che il legittimo proprietario della bacchetta era Draco Malfoy – visto che era stato lui a disarmare Silente prima della sua morte, diventando così il suo nuovo proprietario. Circa un anno dopo, Harry disarmò Draco, diventando, anche lui senza saperlo, il successivo proprietario della Bacchetta.

Quando Lord Voldemort scagliò l’Anatema che Uccide contro Harry, la bacchetta si rifiutò di attaccare il suo vero padrone e rimbalzò indietro, uccidendo colui che aveva scagliato la maledizione, Lord Voldemort. Harry, nuovo e originario padrone della bacchetta, la usò per riparare la sua prima bacchetta. Quindi la ripose nuovamente nella tomba di Silente, dichiarando che aveva creato molti più danni di quanti ne fossero sufficienti.

Se Harry morirà di morte naturale, allora il potere della Bacchetta di Sambuco, il quale padrone non era stato sconfitto in battaglia, si annullerà.

Quando si parla di “Bacchetta di Sambuco” si fa sempre riferimento a uno dei tre Doni della Morte, ma esistono anche altre bacchette fatte con il legno di sambuco. Generalmente i maghi tendono ad evitare le bacchette di sambuco (dovuto probabilmente ai sordidi fatti legati alla Bacchetta di Sambuco), preferendo bacchette fatto con altri tipi di legno, come agrifoglio, salice, vite e quercia. Ron Weasley riferì di un detto che sua madre dice sempre: “Bacchetta di Sambuco, non cavi un ragno dal buco” dopo che Hermione lesse La Storia dei Tre Fratelli, per illustrare quanto le tradizioni dei maghi passino di generazione in generazione.

J.K. Rowling una volta commentò la differenza nel livello di lealtà tra le bacchette normali e la Bacchetta di Sambuco:

“La Bacchetta di Sambuco è semplicemente la più imparziale e spietata delle bacchette visto che prende in considerazione solo la forza. Infatti ognuno si aspetterebbe un po’ di lealtà dalla propria bacchetta. Se si viene disarmati o se si perde in un regolare duello, il legame che c’è tra il mago e la sua bacchetta non viene spezzato. Mentre per la Bacchetta di Sambuco chi vince l’incontro vince anche la sua lealtà. È insensibile. Va solo dove si trova la forza. Cambia padrone senza che sia necessaria la morte di quello precedente. Ma, quasi inevitabilmente, attira maghi che sono disposti ad uccidere o ad essere uccisi per lei. O altri come Voldemort che confondono la predisposizione all’omicidio con la forza.”

 

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La bacchetta non canonica:

Questa bacchetta era di lunghezza, legno e nucleodi base sconosciuti. Appare in Animali fantastici: I crimini di Grindelwald nei flashback.

  • E’ stata utilizzata durante le riprese, ma è stata successivamente sostituita nelle riprese e nella post-produzione con una bacchetta con un design diverso dopo che J.K. Rowling ha ritenuto che fosse troppo simile alla Bacchetta di sambuco.
  • Le diverse bacchette possono essere viste nelle immagini promozionali rilasciate successivamente rispetto a quanto mostrato sia nella prima immagine promozionale che nel post teaser di Twitter.
  • Nonostante il cambiamento, l’oggetto originale può ancora essere visto nel film finito. Una di queste occasioni è quando l’adolescente Silente si taglia la mano con la bacchetta durante la scena dello Specchio delle Brame.

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