Gellert Grindelwald (nato nel 1883 e morto nel marzo 1998) fu uno dei più potenti Maghi Oscuri di tutti i tempi, secondo forse solo a Tom Marvolo Riddle, che in seguito divenne noto come Lord Voldemort.
Gellert Grindelwald (nato purosangue – ma si crede possibile anche mezzosangue – nel 1883 e morto nel marzo 1998 a Nurmengard in Austria) fu uno dei più potenti Maghi Oscuri di tutti i tempi, secondo forse solo a Tom Marvolo Riddle, che in seguito divenne noto come Lord Voldemort. Con la sua mente brillante ideò diversi esperimenti controversi e affini alle Arti Oscure che, alla fine, causarono la sua espulsione da Durmstrang all’età di sedici anni, prima del termine degli studi. In seguito coltivò l’amicizia con Albus Silente durante il suo soggiorno a Godric’s Hollow per un’estate con la sua prozia, Bathilda Bath. I due avevano intenzione di trovare i Doni della Morte per sfruttarne il potere come Padroni della Morte, portando una rivoluzione nel Mondo Magico, con l’obiettivo di porre fine allo Statuto Internazionale di Segretezza della Magia, creando un nuovo ordine globale benevolo guidato da streghe e maghi saggi e potenti. Il loro rapporto si incrinò dopo che i due furono coinvolti in un duello a tre con Aberforth Silente (fratello di Albus) ed il cui esito portò alla fuga di Grindelwald e alla morte di Ariana Silente (sorella di Albus).
Grindelwald lasciò la Gran Bretagna e riuscì a trafugare la Bacchetta di Sambuco, rubandola a Mykew Gregorovitch. Intraprese il proprio cammino verso una vera e propria rivoluzione magica e mentre seminava terrore in Europa, stabilì la sua sede a Nurmengard. Grindelwald era una figura complessa, altamente idealista ma segnata da tendenze sociopatiche e dai suoi legami con le Arti Oscure, convinto che l’unica soluzione per far terminare il caos fosse appunto un sistema rivoluzionario operante al di fuori della legge. Non era un sadico assassino o un carnefice, come Voldemort sarebbe divenuto anni dopo, tuttavia lui e i suoi seguaci commisero numerosi crimini, tra cui diversi omicidi noti.
Nel 1945, al culmine del suo potere, Silente lo affrontò e lo sconfisse in un duello leggendario (il duello sarà infatti ricordato anche sulle carte delle Cioccorane). Grindelwald venne successivamente imprigionato nella sua fortezza per più di cinquant’anni. Lì venne ucciso da Voldemort nel 1998, poichè si era rifiutato di dare le informazioni sull’ubicazione della Bacchetta di Sambuco. Sembra infatti che Gellert Grindelwald, personaggio molto più complesso di quanto si potrebbe immaginare, durante la sua lunga prigionia si sia forse redento, arrivando addirittura a ridere in faccia a Voldemort come un Mago Oscuro suo pari, forse ormai certo della propria dipartita, accettando appunto la morte come il proprio fato inevitabile.
Gellert Grindelwald nacque nel 1883 nell’Europa orientale, presumibilmente in Ungheria. Fin da subito manifestò poteri magici e fu ammesso all’Istituto di Durmstrang, dove dimostrò le sue abilità e si lasciò ammaliare dall’impostazione rigida della scuola, improntata sull’esaltare la forza fisica e la tempra dell’individuo. Mago molto talentuoso e con un notevole carisma, Grindelwald avviò una serie di pericolosi esperimenti che lo avvicinarono molto alle Arti Oscure, dalle quali rimase affascinato. Le sue pulsioni irrefrenabili verso quel sapere magico proibito costrinsero gli insegnanti ad espellerlo da Durmstrang prima del diploma, nel 1899. La sua malizia ed il suo sdegno per le regole giocarono un ruolo cruciale nell’incentivare in lui quel tratto autoritario della sua personalità.
Profondamente interessato alla storia, alle tradizioni ma soprattutto al potere di taluni artefatti magici, Grindelwald rimase affascinato dai Doni della Morte, al punto da usare come emblema personale il loro simbolo runico (un triangolo contenente un cerchio e una linea, rappresentanti ognuno i tre doni) e di dipingerlo sui muri di Durmstrang prima della sua partenza.
In quella che sembrava un’amicizia genuina da entrambe le parti, ben presto emersero delle divergenze. Gellert voleva riunire tutti e tre i Doni della Morte per diventare il Maestro della Morte, seguendo lo stesso schema comportamentale di molti sociopatici, quello di voler assumere il pieno controllo della situazione e di non fidarsi di nessuno. L’animo di Silente, al contrario, aspirava ad un solo Dono in particolare: la Pietra della Resurrezione, tramite cui avrebbe potuto riportare in vita i suoi genitori e altre persone a lui care. Questo diverso uso dei Doni diventerà, negli anni a venire, il maggiore punto di attrito tra i due maghi.
Nei piani dei due ragazzi figurava il sogno di rovesciare lo Statuto Internazionale di Segretezza della Magia, fondando un nuovo ordine mondiale capitanato da maghi e streghe potenti e saggi, in grado di governare su tutti gli altri, specialmente sui Babbani, i quali sarebbero entrati a conoscenza del mondo magico e ne sarebbero poi stati sottomessi. Di nuovo, Silente si discostò parecchio da questa visione, tipica di Grindelwald, di controllo totale sul mondo, magico o no che fosse. Egli desiderava eliminare lo Statuto, sì, ma con l’obiettivo di creare una nuova comunità in cui fosse per lui possibile proteggere i suoi cari e non dominarli. Da giovane, infatti, Silente aveva assistito impotente alle angherie che la sorella subiva spesso da parte di un gruppo di Babbani bulli. Sapendo di non poter reagire contro di loro usando la magia, Silente rimaneva in disparte, indeciso sul da farsi, sentendosi piccolo piccolo. Il padre di Silente, un giorno, si vendicò sui ragazzini e per questo uso improprio della magia fu condannato all’ergastolo ad Azkaban. La madre di Silente, invece, rimase vittima di uno dei incidenti provocati da Ariana. La ragazza, dopo tutte le vessazioni subite, subì un crollo emotivo che, unito alle sue gravi condizioni di salute, nella tenera età che aveva la portò, presumibilmente, a diventare un Obscuriale, ovvero una strega incapace di gestire la propria magia.
Fu dunque Silente a lasciarsi alle spalle i brutti ricordi e a perseguire il cammino verso la gloria tracciato da Grindelwald, sperando che un giorno questi, più saggio, avrebbe condiviso le speranze di Albus che, per ogni malefatta che compiva, ripeteva a se stesso che ciò era “per un bene superiore”, slogan che Grindelwald adottò poi come giustificazione di tutte le sue azioni, morali o immorali che fossero.
I piani dei due amici di lasciare Godric’s Hollow, salire al potere ed innescare una rivoluzione divennero seri e “preso il via” nel 1900. Non appena il fratello di Silente, Aberforth, venne a sapere delle vere intenzioni del fratello, rimase disgustato da dove la cieca ambizione aveva condotto il fratello, ma allo stesso tempo era anche preoccupato per lui. Aberforth era l’unico, in casa, a prendersi veramente cura di Ariana e senza più il fratello sapeva che sarebbe stato ancora più difficile gestire i poteri della sorella. La situazione degenerò e la tensione sfociò in uno scontro tra Grindelwald e Aberforth. Il primo voleva togliere di mezzo Aberforth per permettere ad Albus di partire insieme a lui, il secondo invece voleva allontanare Grindelwald e rinsavire il fratello. Gellert, sulle prime, voleva solo spaventare Aberforth e, forte delle sue abilità magiche, metterlo a tappeto. Notando che Aberforth non intendeva demordere, Gellert passò allora alle maniere forti, ignorando le proteste di Albus. Grindelwald scagliò la Maledizione Cruciatus su Aberforth e Silente andò in suo soccorso, ingaggiando un “triello”. I tre maghi iniziarono a combattere uno contro l’altro (Silente, infatti, non sapeva bene da che parte stare e non voleva ferire né il fratello né l’amico). Ariana, in disparte, assisteva impietrita alla scena e, colta da uno dei suoi momenti di instabilità, iniziò a sprigionare i suoi poteri. Nella colluttazione che ne seguì, Grindelwald finì con l’uccidere, accidentalmente, Ariana. A quel punto il duello si fermò e i due fratelli Silente, distrutti dal dolore, si fermarono a piangere la morte della sorella. Grindelwald, pieno di rimorsi e anch’egli turbato, non volendo ingaggiare un duello con Albus semplicemente si materializzò altrove e lasciò in seguito la Gran Bretagna. Allo stesso tempo anche i rapporti tra Aberforth e Albus andarono peggiorando e alla fine quest’ultimo lasciò la famiglia.
Nel corso del Novecento il nome Grindelwald divenne sinonimo di terrore e devastazione e l’uomo si guadagnò il titolo di “mago oscuro più potente”. Le testate giornalistiche di tutto il mondo magico iniziarono a parlarne sempre di più e con la scia di sangue che si lasciava alle spalle, un crescente numero di Auror fu coinvolto nel tentativo di trovarlo e fermarlo. Grindelwald stabilì a Nurmengard, nel centro dell’Europa, una fortezza-prigione così impenetrabile che solo lui e pochi altri sapevano esattamente come accedervi. La prigione serviva come monito contro i suoi nemici e fu così ben congegnata che quando, decenni dopo, lui stesso vi venne imprigionato, pur essendone il creatore non riuscì mai ad evadere.
Nel 1926, la presidente del Magico Congresso degli Stati Uniti d’America Seraphina Picquery nutriva forti timori su di una possibile minaccia allo Statuto Internazionale di Segretezza della Magia, dato che negli ultimi tempi alcuni strani avvenimenti nella città di New York avevano sempre più attirato l’attenzione dei No-Mag. La Picquery sospettava che dietro a tutto ciò ci fosse la mano di Grindelwald ma, in assenza di prove, non potè nemmeno dispiegare le sue forze armate in cerca dell’uomo più ricercato al mondo. La Picquery considerava il suo operato come una “palese dichiarazione di guerra”, mostrando quanto seriamente la reputazione di Grindelwald fosse percepita in America.
All’insaputa della Picquery, Grindelwald si era già infiltrato nel MACUSA assumendo l’identità del suo braccio destro, Percival Graves, capo degli Auror locali e direttore dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Grindelwald sospettava che le recenti devastazioni provocate a New York non fossero opera di una qualche creatura magica, bensì di qualcos’altro che, secondo una profezia, poteva essere un Obscuriale. Grindelwald pensò che un mago dotato di un simile potere avrebbe potuto diventare un valido alleato nei suoi piani di rivoluzione. Sotto le mentite spoglie di Graves iniziò a circolare per New York ed entrò in contatto con Credence Barebone, che riteneva in qualche modo collegato all’Obscuriale anche se ancora non sapva come. Pensando, in realtà, che Credence fosse un orfano magonò, Grindelwald lo manipolò per farsi aiutare a ritrovare l’Obscuriale, promettendogli, in cambio, protezione dalla sua madre abusiva (Mary Lou Barebone) e che gli avrebbe insegnato ad usare la magia.
In quel periodo, Grindelwald-Graves arrestò Newt Scamander e Tina Goldstein, sostenendo che i recenti attacchi a New York fossero stati provocati da alcune creature fuggite dalla sua borsa, in particolare dall’Obscuriale che Newt aveva isolato da una bambina sudanese. Grindelwald condannò Newt e Tina alla pena di morte ma per fortuna i due riuscirono a scampare a quell’orribile destino. Grindelwald, intanto, si recò di nuovo da Credence che, stufo della madre che lo picchiava, aveva sprigionato i propri poteri uccidendola. Intuendo che Credence fosse egli stesso l’Obscuriale che cercava, Grindelwald si mise sulle sue tracce, contemporaneamente a Newt, Tina, Queenie, Jacob Kowalski e agli Auror.
Nella metropolitana di New York, Newt riuscì ad acquistare la fiducia di Credence e a fargli di nuovo assumere un aspetto corporeo. Quando tutto sembrava volgere al meglio, l’arrivo di Grindelwald-Graves turbò di nuovo Credence, che si lasciò ancora una volta prendere dall’Obscurus in lui. Sul posto giunsero anche gli Auror che, sotto comando della Picquery, uccisero Credence. Rimasto senza il valido alleato che cercava, Grindelwald ingaggiò uno scontro con gli Auror, ma invano. A quel punto la sua copertura inziò a saltare e l’uomo assunse il suo vero aspetto, con grande stupore della Picquery e di tutti i presenti. In un modo non ancora chiaro, Grindelwald riuscì a scappare dagli Stati Uniti, rifugiandosi in Francia.
Albus Silente esitava nel confrontarsi con Grindelwald, certamente divenuto più temibile che da ragazzo. L’opinione comune – e forse il timore di Grindelwald, come sarà poi di Voldemort – sosteneva che Silente fosse in realtà l’unico mago abile abbastanza da poter sostenere una battaglia contro il suo vecchio amico. In realtà, Silente si asteneva persino dallo stuzzicare Gellert e tantomeno a passare il tempo ad interrogarsi su dove fosse o cosa stesse combinando, o quantomeno non ne era interessato più di ogni altro mago o strega della comunità magica. A dire il vero, tuttavia, la motivazione più probabile del rifiuto di Silente a combattere contro Grindelwald fu il sentimento che provava nei suoi confronti, quel misto di amore ed amicizia che aveva cimentato ancora di più il loro rapporto, per non parlare poi del comune interesse a ritrovare i Doni della Morte. Ma Silente, a questo punto, si ritrovava ad essere un uomo non più giovane ed attanagliato dai sensi di colpa per la morte della sorella.
A metà del secolo scorso, dunque, Silente, allora professore di Trasfigurazione ad Hogwarts, esortato da amici e colleghi nonché (presumibilmente) dal Ministero della Magia stesso, decise di affrontare Grindelwald. Il duello fu così epico che le cronache ne parlarono per settimane e anni dopo fu inserito nei libri di testo di Storia della Magia. Silente sconfisse abilmente Gellert, divenendo ufficialmente il possessore della Bacchetta di Sambuco (anche se in un primo momento Silente non ne era al corrente) e rispedì il suo vecchio amico nella sua terra natia, dove fu processato e condannato all’ergastolo nella sua prigione a Nurmengard, dove trascorse il resto della sua vita fino agli anni Novanta, quando Voldemort iniziò a tormentarlo per estorcergli informazioni sulla Bacchetta di sambuco, nel 1998. Voldemort venne a sapere che Silente ne era divenuto il legittimo proprietario e, ottenuto ciò che desiderava, uccise freddamente Grindelwald.
NOTE: Verso gli ultimi anni della sua vita, Grindelwald ha rivalutato le sue azioni e la sua rivoluzione e si pensava che esprimesse vergogna e rimorso per gli orrori che lui e i suoi seguaci avevano inflitto ai mondi magici e non magici. Nel 1998, cinquantatré anni dopo la sua sconfitta, Grindelwald si svegliò scoprendo di non essere solo nella sua cella di prigione; la prigione era stata infiltrata da Lord Voldemort, che stava cercando la Bacchetta di Sambuco per se stesso. Nonostante fosse disarmato e indifeso contro il più potente Mago Oscuro che sia mai esistito e l’unico Mago Oscuro più potente e pericoloso di lui, Grindelwald si rifiutò di rivelare la posizione della Bacchetta di Sambuco, insultando Voldemort per nome e deridendo il suo desiderio per la bacchetta . Diventando sempre più impaziente, la furia di Voldemort esplose quando sentì i suoi Mangiamorte chiamarlo in tandem con gli insulti finali di Grindelwald che avrebbe potuto ucciderlo se avesse voluto, ma la Bacchetta di Sambuco non sarebbe mai stata sua, e quindi Voldemort pose fine alla vita di Grindelwald con la Maledizione che uccide.
È stato ipotizzato da Harry Potter e Silente, nel “Limbo” dove Harry arriva per parlare con Slente prima della disfatta di voldemort, che Grindelwald aveva dato la sua vita per impedire a Voldemort di profanare la tomba di Silente, forse indicando che nonostante tutto ciò che era successo, Grindelwald conservava ancora una certa cura e rispetto per il suo vecchio amico. Il riconoscimento di Silente del tentativo di Grindelwald di ottenere la redenzione indicava anche che credeva che Grindelwald fosse in grado di cambiare da qualche possibile affetto rimasto per lui. Alla fine, la previsione di Grindelwald secondo cui Voldemort non avrebbe mai padroneggiato completamente la Bacchetta di Sambuco sarebbe diventata realtà e avrebbe causato la morte di Voldemort durante il suo duello finale con Harry Potter. Sebbene sconosciuto, è molto probabile che dopo la sconfitta finale di Voldemort e la fine della Seconda Guerra dei Maghi, l’assassinio di Grindelwald sia stato esposto al mondo dei maghi.
Gellert Grindelwald fu il primo possessore della bacchetta di Sambuco, escludendo Gregorovich e Antioch Peverell. Quest’ultima era uno dei Doni della Morte nonché la bacchetta più potente di tutte. Grindelwald rubò la bacchetta dal fabbricante Mykew Gregorovich e la perse quando venne sconfitto da Albus Silente. Legno: Sambuco, Nucleo: Crine di Thestral e Lunghezza: 38 centimetri.
In Animali fantastici e dove trovarli (il film) si scopre che Grindelwald possiede una seconda bacchetta, della quale non si hanno molte informazioni. In Animali fantastici e dove trovarli, Grindelwald si finge un’altra persona, La bacchetta di Percival Graves, pertanto si può dedurre che abbia avuto anche la bacchetta di quest’ultimo. Per questo motivo non verrà arrestato fino all’arrivo di Newt Scamander, che aiuterà a scoprire la verità dopo numerose difficoltà passate a causa dei suoi animali.
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