Il Natale si avvicina anche al Paradiso delle Signore, ma cosa si mangiava durante le feste negli anni Sessanta?
Il Paradiso delle Signore pur essendo ambientata negli anni Sessanta del Novecento segue la stagionalità attuale, dunque a breve potremo festeggiare il Natale con i nostri cari ma anche con i protagonisti della soap di punta della televisione italiana.
Negli anni c’è sempre un episodio ambientato durante le festività, che sia il cenone della Vigilia o il pranzo di Natale, numerose scene mostrano i protagonisti della soap mentre consumano il pasto insieme ad amici e familiari.
Non essendo il cibo il filo principale della serie, sopratutto da audio Agnese Amato è volata a Londra, non si ha spesso contezza di quello che stiano effettivamente mangiando i protagonisti de Il Paradiso delle signore. Tuttavia, scoprire cosa si mangiava per il cenone della Vigilia nelle case degli anni Sessanta è molto semplice.
Vigilia di Natale in stile anni Sessanta, il menù da Paradiso delle signore
Ieri come oggi, la Vigilia di Natale è una delle feste che si aspetta con maggiore attesa. Il 24 dicembre coincide con la fine del periodo dell’Avvento, per i cristiani, e per tutti rappresenta invece la serata che da il via al periodo delle feste, con tutto quello che ne consegue.
Nella tradizione italiana le feste di Natale sono strettamente legate alla sfera religiosa, la Vigilia era – ed’è – un momento solenne e sacro: rappresenta infatti la notte della messa al mondo di Gesù. Dunque la dimentichiamo gli sfarzi odierni, la cena della Vigilia doveva essere di magro con l’assoluto divieto di consumare carne.
La carne era infatti considerata un alimento da ricchi, dunque il menù della Vigilia era composto da pietanze a base di pesce che, per ovvie ragioni, variarono di molto da una parte all’altra dell’Italia. Tra i piatti cult degli anni Sessanta troviamo il baccalà cucinato nei più svariati modi, ma anche l’anguilla o il capitone, con ricette diversificate regione per regione.
La scelta dell’anguilla non è così banale come possa sembrare, questo pesce ha infatti un grande valore simboli. Un tempo si riteneva che fosse il pesce serpente, dunque al pari del serpente della tentazione di Adamo ed Eva, era un simbolo del demonio. Consumare l’anguilla in un giorno sacro diventava quindi un modo per allontanare il male.
Non potevano poi mancare i dolci, molti dei quali venivano preparati utilizzando frutta secca, come mandorle e noci, simboli di fertilità della terra e dunque alimenti di buon auspicio.